Tre cuori per tre capitali

Ultimo anno di superiori, Marco, Stefano e Anna avevano finalmente terminato gli esami di maturità e ora le loro menti erano in fibrillazione per il viaggio che li aspettava come premio.  Marco sarebbe andato a Londra ospite di amici di famiglia che avevano deciso di vivere là una decina di anni prima, Anna invece sarebbe andata a Parigi a vedere finalmente il Louvre e tanti altri musei di arte di cui era appassionata fin da ragazzina. Stefano invece era quello che avrebbe fatto il viaggio più lungo, suo zio viveva nella grande mela a New York e tante volte aveva invitato lui e la sua famiglia a raggiungerli ma le occasioni erano mancate e non erano mai partiti. Adesso era giunto finalmente il momento tanto atteso, sarebbe finalmente sbarcato in America, e visitato quella capitale meravigliosa che aveva desiderato vedere fin da piccolo. Amici fin dalle elementari avevano diviso per anni tutto, sempre insieme, abitando nello stesso palazzo, si erano raccontati sogni, esorcizzato paure e ascoltato la stessa musica. Era la prima volta che si separavano per un periodo così lungo, e il legame che li univa soffriva per non poter condividere insieme anche questa esperienza.
Qualche pomeriggio prima della loro partenza per le diverse destinazioni Stefano aveva avuto un’idea

 “Dovremmo avere qualcosa che ci unisce anche se siamo lontani, qualcosa che ci ricordi sempre che siamo comunque insieme anche se divisi “

Ad Anna allora era venuta subito un’idea

  “Adoriamo tutti e tre vestirci in modo casual e sportivo, perché non compriamo un paio di scarpe uguali che ci ricorderanno tutti i giorni la nostra amicizia.”

Il giorno dopo erano andati sullo shop di Elite e la scelta era caduta su delle Munich  di diverso colore che li aveva subito convinti che fosse la decisione giusta per loro. Lo stile dinamico ma disinvolto di queste scarpe sportive ma uniche li accomunava a tutti e tre, le Munich erano da sempre le loro scarpe preferite e i modelli che avevano acquistato con colori nuovi e particolari erano esattamente ciò che cercavano.

Tutti i giorni scendevano in strada per le capitali in cui erano con le loro Munich ai piedi e si ricordavano l’uno dell’altro, si sentivano di camminare insieme anche se li separavano distanze enormi e a fine giornata quando se le toglievano il loro ultimo pensiero era sempre per i loro amici che, anche se a fusi orari diversi, avrebbero avuto lo stesso gesto e lo stesso pensiero.